L’Ing. Mirko Giuntini, torna a scrivere su queste pagine, dandoci la definizione di tenuta all’aria dell’edificio, e spiegando ai nostri lettori come migliorare risparmio energetico e benessere abitativo intervenendo sull’involucro edilizio.
Lo fa illustrandoci le criticità che potresti incontrare senza una corretta coibentazione, e spiegando le soluzioni e gli interventi necessari per ottenere una casa più salubre e confortevole.
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Tenuta all’aria dell’edificio | Che cosa significa?
Quello della tenuta all’aria di un edificio, è un argomento spesso sottovalutato, ma che riveste grande importanza per la salubrità dell’edificio e per la valutazione delle dispersioni energetiche. Su questo argomento mi dilungherò di più rispetto agli altri articoli, data l’importanza che riveste e la scarsa conoscenza che se ne ha.
Come abbiamo già detto nei precedenti interventi, nella situazione invernale l’edificio disperde energia per trasmissione attraverso i componenti dell’involucro (pareti, soffitti, pavimenti, infissi…) e per ventilazione, attraverso gli “spifferi” presenti nei serramenti, cassonetti, fessure, ma anche nelle canalizzazioni dei vari impianti che attraversano l’involucro mettendolo in comunicazione con l’esterno o con locali non climatizzati. Si pensi per esempio ai tubi corrugati dell’impianto elettrico, alle canne fumarie e ad altri “buchi” impiantistici.
Da tutti questi punti fuoriesce un flusso d’aria incontrollato, che oltre a un indubbio discomfort (a chi piacciono gli spifferi di aria fredda addosso?) provoca i seguenti effetti:
- Perdita di energia
- Raffreddamento delle zone interessate dal flusso
Le conseguenze delle perdite di energia sono intuibili: una parte di energia che il nostro impianto di riscaldamento ha erogato per scaldare l’aria indoor allo scopo di raggiungere la temperatura di comfort, viene dispersa attraverso gli spifferi e le fessure. Si va quindi a scaldare l’aria esterna invece di quella interna: ricordate il secchio bucato visto nel precedente articolo?
Il secondo effetto, cioè il raffreddamento della zona soggetta al passaggio di aria, è ancora peggiore. Poiché intorno al punto interessato, la temperatura cala bruscamente, è molto probabile che si formi condensa e quindi, dopo un tempo più o meno breve, anche la muffa: in questo caso, l’insalubrità dell’ambiente è assicurata.
Tenuta all’aria dell’edificio | Case in legno e criticità di tenuta
Nel caso di costruzioni prefabbricate, come per esempio le case in legno, l’effetto di una fessura può avere conseguenze ben più gravi. Infatti, la prolungata presenza di condensa negli strati della parete o del solaio può provocare la marcescenza del materiale, con effetti devastanti per la struttura dell’edificio. Nella figura si vede il particolare di un tetto in cui, a causa del passaggio incontrollato di aria, si è formata condensa che ha dato origine a formazione di funghi, decretando la “morte” del materiale legno:
Dunque, è FONDAMENTALE assicurare la tenuta all’aria del proprio involucro edilizio! Questo non significa che l’involucro dovrà essere perfettamente stagno: nessuno vi chiede di vivere in una navicella spaziale. Tuttavia, per i motivi sopra esposti, è opportuno limitare il più possibile le perdite per ventilazione, attraverso il controllo dell’aria che entra ed esce dalla nostra abitazione.
Tenuta all’aria dell’edificio | Come potresti ottenere una corretta coibentazione con tenuta all’aria?
Ecco in sintesi alcune strategie per assicurare l’adeguata tenuta all’aria dell’involucro:
- sigillare i punti di contatto tra serramenti e pareti: questo è un tema molto ampio e dibattuto, su cui torneremo nello specifico in un prossimo articolo. Una finestra, seppur ottima dal punto di vista del contenimento dell’energia perché costituita da telaio e vetro performanti, diventa scadente se viene posata male!
- Sigillare gli impianti: tubazioni elettriche, passaggi verso l’esterno, scatole di derivazione, canalizzazioni, ecc. In commercio esistono prodotti specifici che semplificano la vita degli installatori, ma il problema può essere risolto anche con l’impiego di semplici nastri adesivi di tenuta o schiume poliuretaniche (da usare però con attenzione)
- Sigillare le fessure tra i componenti edilizi: parete-parete, parete-serramento (vedi sopra), parete-solaio, parete- copertura, ecc. Questo è di grande importanza per le costruzioni prefabbricate, come le case in legno, mentre per le costruzioni tradizionali in muratura, cemento armato, ecc. il velo di intonaco è spesso sufficiente a garantire la tenuta all’aria:
Un discorso a parte meriterebbe la tenuta al vento, ma di questo parleremo un’altra volta.
Tenuta all’aria dell’edificio | Che cos’è il Blower Door Test (BDT)?
Il Blower Door Test (BDT), è un test specifico per misurare il grado di tenuta all’aria dell’involucro, regolato da una specifica norma: la UNI EN ISO 9972.
Attraverso una ventola posta in una apertura dell’edificio (di solito la porta di ingresso) si mette in pressione o depressione l’involucro (valore imposto dalla normativa: 50Pa) e si misura un indice chiamato n50 che è funzione del flusso d’aria che attraversa l’involucro nel tempo e il volume interno dell’involucro stesso (vedi fig.).
Maggiore è il valore di n50, peggiore è l’ermeticità dell’involucro.
Ecco alcuni valori tipici di n50, come stabiliti da importanti protocolli di certificazione energetica come CasaClima o Passivhaus:
- casa passiva <= 0,6 /h
- CasaClima A: <=1,5/h
- Edificio esistente risanato: <=3,0/h (es. protocollo CasaClima R)
- Edificio tradizionale: > 3,0/h.
Durante l’esecuzione del BDT si possono svolgere indagini per individuare eventuali perdite dell’involucro attraverso serramenti, impianti, fessure, ecc. con l’utilizzo di fumi colorati o dell’anemometro. E’anche possibile, in certe condizioni, scattare delle termografie per evidenziare le “fughe” di aria attraverso l’involucro.
Un sentito grazie all’Ing. Mirko Giuntini per il suo importante intervento su queste pagine.
Risorse utili
Come funziona il Blower-Door-Test
Come progettare il montaggio degli infissi secondo la norma UNI 11673-1
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